Unaitalia “Gli allevamenti non sono responsabili dello spillover e delle pandemie”

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Il salto di specie è un fatto casuale e si verifica solo in condizioni di estrema promiscuità tra uomo e animali selvatici, che non dovrebbero essere mai portati a vivere a contatto con gli ambienti domestici umani.


Ad esempio, non è stata dimostrata alcuna correlazione tra Covid e allevamenti. L’unica eccezione
è stata infatti rappresentata dal caso degli allevamenti dei visoni, partito in Danimarca, che hanno
dimostrato una particolare recettività (per via delle peculiarità dei recettori del loro sistema
immunitario) e per i quali l’Ue ha adottato un principio di precauzione.


Gli allevamenti italiani sono ben gestiti e controllati sotto il profilo sanitario con adeguate misure
di biosicurezza e soggetti alle severe norme Ue, per questo non rappresentano un rischio. Le filiere
aderenti ad Unaitalia, infatti, mettono in atto da tempo severe misure di biosicurezza emanate dal
Ministero della Salute a partire dal 2005 a tutela della salute degli animali per prevenire
l’introduzione e la diffusione del virus negli allevamenti avicoli.


Il virus dell’influenza aviaria non si trasmette in maniera efficiente da persona a persona. L’aviaria
è un virus animale che, come dimostrato da numerosi studi epidemiologici, ha bersagli ben diversi
dall’uomo. È infatti ampiamente dimostrato dalla letteratura scientifica che i recettori per i virus dell’aviaria
sono poco presenti nell’organismo umano e che il virus non trova nell’uomo un terreno fertile dove
attecchire. Per essere contagiati bisogna esporsi a una grandissima carica virale, come nel caso di
situazioni di forte promiscuità tra uomini e animali, cioè attraverso il contatto diretto con gli uccelli
infetti vivi o con ambienti contaminati e/o loro escrezioni fresche (feci, urine, saliva e secrezioni
respiratorie).


Come già ribadito, in Italia abbiamo un imponente sistema preventivo di monitoraggio e controllo,
sia della avifauna selvatica sia degli animali allevati, volto all’individuazione precoce dei primi segni
di malattia, in modo che possa essere attivato il collaudato sistema di interventi per la massima
tutela tanto degli animali quanto del consumatore.

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