Università Palermo, studio sull’ecologia chimica pubblicato su Annual Review of Entomology
Tempo di Lettura: 2 minutiPALERMO (ITALPRESS) – Lo studio dal titolo “Chemical Ecology of Floral Resources in Conservation Biological Control”, condotto da un team di ricercatori del Dipartimento SAAF – Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università degli Studi di Palermo, è stato pubblicato su “Annual Review of Entomology”, rivista a cadenza annuale edita da “Annual Review” che pubblica i […]
PALERMO (ITALPRESS) – Lo studio dal titolo “Chemical Ecology of Floral Resources in Conservation Biological Control”, condotto da un team di ricercatori del Dipartimento SAAF – Scienze Agrarie, Alimentari e Forestali dell’Università degli Studi di Palermo, è stato pubblicato su “Annual Review of Entomology”, rivista a cadenza annuale edita da “Annual Review” che pubblica i contributi di autori selezionati dal comitato editoriale per aggiornare la comunità scientifica di riferimento su tematiche di punta.
Il gruppo di ricerca, composto da Stefano Colazza, Ezio Peri e Antonino Cusumano, ha messo in evidenza il ruolo strategico dell’ecologia chimica come disciplina utile a massimizzare l’efficacia dei programmi di controllo biologico conservativo (CBC) basati sull’introduzione di risorse floreali negli agro-ecosistemi.
“Il controllo biologico conservativo – spiegano dal team – consiste in un insieme di tecniche e approcci mirati ad aumentare le performance degli insetti antagonisti naturali degli insetti fitofagi delle piante coltivate. Un’importante tecnica, nell’ambito del CBC, consiste nell’introduzione di risorse floreali ricche in nettare negli agro-ecosistemi. Infatti, numerosi antagonisti naturali, quali predatori e parassitoidi, necessitano di risorse zuccherine per far fronte ai loro bisogni energetici e spesso tali risorse sono insufficienti negli appezzamenti agricoli spesso caratterizzati da ridotta biodiversità. In questa tecnica la selezione delle risorse floreali da introdurre è spesso basata su caratteristiche delle varie essenze botaniche quali la scalarità della fioritura, la produzione quanti-qualitativa del nettare e l’accessibilità dei fiori. Tuttavia, l’identificazione delle risorse floreali dovrebbe anche tener conto dell’attrattività nei confronti degli antagonisti naturali, i quali devono necessariamente localizzare tali risorse prima di poterle utilizzare e in questo lo studio dell’ecologia chimica può fornire un valido supporto”.
“In questo lavoro di revisione – proseguono i ricercatori – ci siamo chiesti quali fossero le sostanze volatili emesse dalle varie essenze botaniche utilizzate dagli insetti parassitoidi durante la localizzazione del nettare floreale. Abbiamo anche messo in evidenza come spesso il nettare floreale sia colonizzato da microorganismi, in particolare batteri e lieviti, i quali possono modificarne le caratteristiche organolettiche e, di conseguenza, le performance dei parassitoidi. Infine, poichè le essenze botaniche utilizzate nel CBC devono attrarre selettivamente gli insetti utili, abbiamo evidenziato quali possano essere i fattori da tenere in considerazione nella loro scelta per evitare che altri insetti non-bersaglio, quali fitofagi e iperparassitoidi, possano utilizzarle”.
foto ufficio stampa Università Palermo, da sinistra Stefano Colazza, Ezio Peri e Antonino Cusumano
(ITALPRESS).