Vaccini: miliardi pubblici alle case farmaceutiche mentre il mondo aspetta… di morire
ROMA – Le giustificazioni dei nostri responsabili politici, Commissione europea in testa, sono già pronte: bisognava far presto, avere i vaccini il prima possibile e bla bla bla. Ma l’ingiustizia, che ha i segni dello scandalo, non si può giustificare, nè nascondere all’infinito. Perché gli scienziati hanno già detto che presto saremo ancora una volta travolti dal virus, che forse quello che accadrà sarà ancora peggio del già vissuto. E i nostri governanti?
Il premier Mario Draghi ha sollecitato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ad accelerare sui vaccini, a far pressione sulle case farmaceutiche per le consegne. Ed oggi voglio soffermarmi proprio sulle case farmaceutiche, Big pharma come si dice, che in questa vicenda sembrano dettar legge a tutto il mondo.
Abbiamo trovato il vaccino in tempi record, dicono. E allora? Di fronte ad una pandemia, a milioni e milioni di morti, a paesi messi in ginocchio dalla crisi, ai milioni di poveri in più a causa del virus, che volevano fare? Giocare a carte? In ballo c’è la salute dei cittadini di tutto il pianeta, ma Big pharma sembra fregarsene, detta legge, tempi e si arricchisce sempre più con i miliardi e miliardi di soldi pubblici, cioè di tutti noi, che siamo costretti a pagare per vivere, per cercare di vivere.
Uno scandalo, e spero che presto anche i nostri politici, anche il Commissario europeo italiano Paolo Gentiloni, escano dal torpore, prendano il coraggio di dire basta: arricchirsi con le svariate malattie può anche esser tollerato, ma quando c’è di mezzo la vita in tutto il pianeta allora questi sciacalli devono esser messi al guinzaglio dell’interesse pubblico, della salute pubblica.
E voglio rendere onore al coraggio di una donna, Manon Aubry, 31 anni, europarlamentare francese della sinistra, che ha accusato la Commissione e la presidente Von Der Leyen di essersi inchinati ai voleri dei laboratori. Qui potete vedere il video, 4 minuti di parole semplici ma dirette, una verità che fa che male, con la presidente che ascolta impietrita.
Siamo d’accordo: il Parlamento europeo deve nominare immediatamente una Commissione d’inchiesta su quanto accaduto, sullo scandalo dei contratti stipulati e mai resi pubblici, sulla decisione di non prevedere penali in caso di errori, insomma sull’aver accettato che fossero le case farmaceutiche a dettar legge e non il Parlamento. E se ci saranno colpevoli dovranno pagare senza condizionale, perché ci troveremmo di fronte ad un crimine contro l’umanità.
Come ci aspettiamo che tutti gli europarlamentari, di destra e di sinistra, si facciano avanti a sostenere l’inchiesta, perché quando c’è di mezzo la vita e la morte abbiamo il diritto di sapere, non è una concessione. In questo modo daranno dignità al loro lavoro che, non dimentichiamolo, viene pagato con i soldi di tutti noi. E questi politici devono in primo luogo curare gli interessi dei cittadini e non di chi pensa ad arricchirsi sulla nostra pelle.
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