Vertice Nato rafforza sostegno a Kiev, Russia “Torna la guerra fredda”
Tempo di Lettura: 3 minutidi Stefano Scibilia WASHINGTON (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Il terzo giorno del summit della Nato è stato caratterizzato ancora una volta dall’unità nel cercare di adottare una politica di rafforzamento contro il presidente russo Vladimir Putin. Dopo aver ufficialmente avviato il trasferimento degli F16 e altri 40 miliardi a Kiev per i sistemi di difesa […]
di Stefano Scibilia
WASHINGTON (STATI UNITI) (ITALPRESS) – Il terzo giorno del summit della Nato è stato caratterizzato ancora una volta dall’unità nel cercare di adottare una politica di rafforzamento contro il presidente russo Vladimir Putin. Dopo aver ufficialmente avviato il trasferimento degli F16 e altri 40 miliardi a Kiev per i sistemi di difesa aerea, nel corso dell’incontro tra i leader dei 32 Stati membri è stato lanciato un appello alla Cina, invitata a non sostenere la Russia. Su questo tema si è espresso anche il vicepremier e ministro degli Esteri italiano Antonio Tajani, che parlando a margine del vertice ha dato risalto a questo argomento: “La Cina deve svolgere un ruolo positivo che deve essere quello di convincere la Russia a tornare a più miti consigli quindi a chiudere questa stagione di guerra”.
Durante l’ultimo giorno di vertice i capi di Stato si sono incontrati nuovamente al Walter E. Washington Convention Center per una riunione del Consiglio Nord Atlantico che ha visto anche la partecipazione dei partner indo-pacifici.
Nelle ore precedenti il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha avuto un bilaterale con il presidente turco Recep Tayyip Erdogan. Il tema centrale del confronto è stato quello della collaborazione sui temi migratori. In un altro bilaterale, Meloni ha incontrato il neo primo ministro britannico, Keir Starmer, passndo “in rassegna l’ampio spettro delle relazioni bilaterali, reiterando l’intenzione di rafforzare l’azione di rilancio del partenariato strategico tra le due Nazioni in tutti i settori di mutuo interesse, inclusa la cooperazione nel contrasto alle migrazioni irregolari”, si legge in una nota dei Palazzo Chigi.
Meloni nel corso del vertice Nato ha più volte rassicurato gli alleati sul 2% del pil per le spese militari e sull’impegno per la quota italiana nel fondo da 40 miliardi annunciato dall’Alleanza Atlantica in favore dell’Ucraina.
Allo stesso tempo il ministro della Difesa Guido Crosetto ha firmato a margine del summit l’Elsa European Long-Range Strike Approach, un piano che ha l’obiettivo di “migliorare la nostra capacità, come europei, di sviluppare, produrre e fornire capacità nel campo degli attacchi a lungo raggio, che sono estremamente necessarie per scoraggiare e difendere il nostro continente”.
Successivamente i lavori hanno previsto una conferenza stampa congiunta con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il segretario generale della Nato Jens Stoltemberg: “Se vogliamo vincere, se vogliamo prevalere, se vogliamo salvare il nostro Paese e difenderlo, dobbiamo rimuovere tutte le limitazioni”, ha affermato Zelensky, che oltre a ringraziare gli alleati per il pacchetto di aiuti e per “il percorso irreversibile” verso l’adesione ha anche lanciato un allarme e sostenendo che l’Ucraina non può vincere la guerra con la Russia se gli Stati Uniti non eliminano i limiti all’uso delle loro armi per attaccare gli obiettivi militari della Russia. Allo stato attuale l’amministrazione Biden consente all’Ucraina di sparare armi in territorio russo solo allo scopo di reagire alle forze russe che la stanno attaccando o si preparano a farlo, temendo che un uso più ampio di armi di fabbricazione americana possa spingere la Russia ad ampliare il conflitto.
Il presidente ucraino è stato anche protagonista di un incontro con il presidente Joe Biden. Un’occasione in cui è stato reso noto un pacchetto di aiuti militari da 225 milioni di dollari che comprende anche un sistema missilistico Patriot per rafforzare le difese aeree dell’Ucraina contro un mortale assalto di attacchi aerei russi.
Una scelta che deriva anche dal recente attacco missilistico in un ospedale pediatrico di Kiev alla vigilia del vertice Nato, un segno che dimostra, al di là della retorica degli incontri che si sono a Washington, che il percorso verso la pace è tutt’altro che semplice. Mentre gli alleati della Nato parlavano di un percorso irreversibile verso l’adesione dell’Ucraina, Dmitry Medvedev, vicecapo del Consiglio di sicurezza russo, ha dichiarato che la Russia dovrebbe “fare in modo che questo percorso irreversibile dell’Ucraina verso la Nato porti alla scomparsa dell’Ucraina o della Nato, o meglio di entrambe”.
Ulteriore elemento che sta creando diverse tensioni in questi giorni in questi giorni tra la Russia e la Nato è dato dalla decisione degli Stati Uniti di posizionare missili a lungo raggio in Germania. La Casa Bianca ha annunciato tale decisione nella giornata di mercoledì, con il provvedimento che è stato accolto in modo favorevole dal cancelliere tedesco Olaf Scholz.
Immediata la reazione del portavoce del Cremlino Dmitry Peskov: “Stiamo procedendo con passo deciso verso la Guerra Fredda”, ha detto alla tv di Stato russa. La Casa Bianca ha reso noto che gli “schieramenti episodici” di missili a lungo raggio in Germania inizieranno nel 2026.
I leader della Nato, pur promettendo che un giorno l’Ucraina diventerà un membro dell’Alleanza, hanno affermato che ciò potrà accadere solamente dopo la guerra con la Russia e quando gli alleati si saranno messi d’accordo su tutte le condizioni da soddisfare.
Nell’ultimo giorno del vertice il presidente Zelensky, oltre alla conferenza stampa congiunta con il Segretario Generale Stoltenberg, si è anche unito ai leder alleati per una riunione del Consiglio Nato-Ucraina, un forum istituito un anno fa per consentire ai 32 alleati e a Kiev di incontrarsi per condividere informazioni e preoccupazioni sul conflitto in corso.
– Foto xp6/Italpress –
(ITALPRESS).