VIDEO | A Parma lo chef cucina per medici e infermieri che lottano contro il Covid-19

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Pasti in porzioni monouso (che possono essere scaldati in qualsiasi momento della giornata) recapitati in corsia dall'associazione "Parma Quality Restaurants", presieduta dallo chef Andrea Nizzi, Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print

REGGIO EMILIA – Tra turni massacranti e bar e rosticcerie chiusi, anche reperire un pasto per la pausa pranzo può non essere semplice per medici e infermieri. E così, in soccorso degli operatori sanitari dell’ospedale Maggiore di Parma (città Unesco della gastronomia creativa), si mobilita anche il mondo della ristorazione di qualità. Da alcuni giorni, nella città ducale, il personale del Pronto Soccorso e dei reparti che sta gestendo l’emergenza Covid-19 riceve, direttamente in corsia, pasti gratuiti curati dagli chef di “Parma Quality restaurants”, l’associazione presieduta dallo chef Andrea Nizzi che riunisce una trentina di ristoratori del territorio, espressione della migliore cucina parmense.

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L’iniziativa è partita dalla stessa associazione e condivisa da Comune, Parma Alimentare e dall’associazione “Parma, io ci sto!”, di concerto con la direzione dell’Azienda ospedaliera. Come spiega Andrea Nizzi “Il cibo è gioia, è piacere di stare insieme: in un momento difficile per noi operatori della ristorazione, a causa della chiusura forzata dei locali, abbiamo deciso di fare rete e di mettere il nostro tempo e il nostro talento in cucina a disposizione di chi è in prima linea al fianco dei cittadini nella lotta a un nemico tanto invisibile quanto pericoloso”. Con “il nostro piccolo gesto- aggiunge lo chef- speriamo di poter regalare un momento di sollievo agli operatori sanitari dell’ospedale maggiore”.

Nel frattempo alcune aziende alimentari parmensi, come Barilla, Centro Agroalimentare, Fratelli Galloni e Parmalat si sono attivate per recapitare all’ospedale una fornitura di frutta e verdura, pasta, snack dolci e salati, succhi di frutta e prosciutto crudo a basso contenuto di sodio pre-affettato. Si tratta di “realtà sempre vicine al territorio e alla città, sia quando le cose vanno bene, sia in un momento come questo, di grave emergenza. A loro va il nostro ringraziamento”, sottolinea l’assessore comunale Cristiano Casa. “Come Amministrazione- aggiunge- è un onore e un privilegio avere al nostro fianco soggetti con questa sensibilità”.

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I PASTI PER CHI LOTTA IN CORSIA? BUONI TUTTO IL GIORNO

Il menu cambia ogni giorno, ma c’è un ingrediente fisso: un “momento di conforto” agli operatori sanitari impegnati nella lotta al coronavirus. Ecco la ricetta dei circa 30 ristoratori dell’associazione “Parma Quality Restaurants”, presieduta dallo chef Andrea Nizzi, che da qualche giorno distribuisce pasti caldi in corsia a medici e infermieri dell’ospedale Maggiore. Tutti in contenitori monouso, racconta Nizzi alla ‘Dire’, e riscaldabili al microonde, per poter essere consumati (quando si può) durante tutta la giornata.

Prepariamo circa 70 pasti al giorno che distribuiamo ogni giorno in un padiglione diverso dell’ospedale che ci è stato assegnato dall’azienda ospedaliera”, spiega lo chef, titolare del ristorante “I 12 monaci” di Fontevivo. “Li prepariamo nei nostri ristoranti, li portiamo e li lasciamo là direttamente ai medici e agli infermieri che li consumeranno. La cosa più bella quando si arriva è vedere in loro questo momento di gioia: alla fine il cibo è questo, quei dieci minuti che avranno di gioia in una giornata veramente lunga e dura”.

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Il menu, continua Nizzi, “varia ogni giorno in base al ristorante che lo prepara: oggi abbiamo servito lasagnette alle verdure, ieri dei tortelli d’erbetta e dei tortelli di patate, nei giorni scorsi lonze di maiale con patate”. Alla domenica “cerchiamo di ricreare il pranzo della domenica come se fosse a casa con le classiche lasagne o il classico tortello”. Importante, sottolinea il ristoratore parmense, sono i contenitori dei pasti, studiati in modo che il cibo possa essere mangiato durante tutta la giornata, “perché il problema grosso che avevano i medici era che con gli orari massacranti che hanno, scendono e hanno fame a qualsiasi ora, chiedendosi cosa mangiare”. “Allora- prosegue Nizzi- buono anche un panino, ma non tutti i giorni o non solo quello per 12 ore di lavoro. No: un pasto caldo e cinque minuti di conforto. Era questa l’intenzione che avevamo e dove stiamo cercando di arrivare”.

L’iniziativa è partita dall’associazione, ma di concerto con il Comune di Parma e altre realtà e aziende agroalimentari del territorio. “Ci siamo chiesti come poter essere partecipi in questo momento e ci siamo detti che la cosa migliore era aiutare chi sta facendo davvero qualcosa. Per nostra fortuna collaboriamo tutti gli anni con questa grande squadra che è formata da tante figure, Parma Alimentare, Comune di Parma, vari consorzi e aziende, e subito abbiamo fatto squadra e ci siamo messi all’opera per aiutare l’ospedale Maggiore ma in modo coordinato, per non creare confusione a loro e portare un aiuto reale”. Ora, conclude Andrea Nizzi, “Andremo avanti ad oltranza. Fino a quando avranno bisogno di noi quel poco che possiamo fare per loro lo faremo, e continueremo a portargli i pasti”.

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