VIDEO | Coronavirus, a Palermo crolla il turismo nautico: “-80%, lo Stato ci aiuti”

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É l'allarme lanciato alla Dire dalla Sailing Race Service che opera nel settore del charter nautico: "In 2 mesi di emergenza in fumo il 50% delle 850 prenotazioni effettuate" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

PALERMO – Il claim sulla home page del sito recita così: “La felicità è in mezzo al mare”. Da due mesi, però, quella felicità per fondatori e dipendenti della ‘Sailing Race Service’, società palermitana che opera nel settore del charter nautico, sembra sempre più lontana per via dell’incubo Covid-19. Due mesi di emergenza coronavirus hanno già mandato in fumo il 50% delle 850 prenotazioni effettuate: un macigno per un’azienda che può contare su un booking annuale di 1.500.
Attiva dal 2003 e con un fatturato medio di circa cinque milioni di euro, la ‘Sailing Race Service’ conta ottanta barche dislocate su cinque basi in Italia: Palermo, Portorosa (Messina), Salerno, Scarlino (Grosseto) e Cannigione, in Sardegna. I mari della Sicilia, della costa Smeralda e della costiera amalfitana sono le destinazioni più ricercate in un settore, come quello del turismo nautico, che in Italia conta circa mille imbarcazioni a noleggio e che vive soprattutto su una clientela estera: turisti che difficilmente arriveranno in questo 2020 visto il blocco totale dei collegamenti. Il lockdown ha costretto la ‘Sailing Race Service’ a fare ricorso alla Cassa integrazione in deroga: “Ma i soldi dello Stato non sono ancora arrivati e così abbiamo provveduto noi con degli acconti, per consentire ai nostri ragazzi di andare avanti”, racconta alla Dire Marco Di Trapani, co-fondatore dell’azienda insieme con il fratello. “Il nostro principale problema è il fattore tempo – prosegue -, non sappiamo per quanto dovremo stare fermi. Il turismo sarà uno degli ultimi settori a ripartire e per noi che lavoriamo soprattutto con i mercati esteri, con tanti clienti dall’est Europa ma anche da Israele, è un problema in più. Il mercato italiano rappresenta soltanto il 5% del nostro fatturato – spiega Di Trapani -, possiamo sperare di incrementare questa quota ma non abbiamo grosse aspettative”.
L’incubo è iniziato nei primi giorni di marzo: “Per noi tutto questo ha significato lo stop dell’attività – ancora Di Trapani -. Noleggi, locazioni, manutenzioni, cantieri e ricambi. Abbiamo dovuto mettere in pausa l’azienda, cercando di limitare al massimo i costi. Era la cosa più logica da fare per cercare di mantenere la liquidità aziendale e fare fronte alle necessità dei dipendenti che hanno delle famiglie e devono riuscire ad andare avanti per un periodo ancora indefinito”. La previsione è preoccupante: “Al momento abbiamo stimato un 80% di perdite, tra i clienti che avevano già prenotato e quelli che non prenoteranno per i prossimi mesi. Per le 850 prenotazioni annullate abbiamo potuto emettere un voucher che potrà essere utilizzato nei prossimi mesi, ma questo significa che oltre al 2020 anche la stagione 2021, per noi, sarà compromessa”.

Il futuro è un’incognita e allora la richiesta al governo è quella di non dimenticare un settore “di nicchia” ma che produce tanto fatturato in tutta Italia: “Capiamo bene che in questo momento il governo non può darci delle risposte sui tempi di apertura ma chiediamo di toccare con mano gli aiuti promessi – ancora il co-fondatore della ‘Sailing Race Service’ -. La Cassa integrazione in deroga in questo momento non è ancora arrivata e abbiamo provveduto noi ma non possiamo resistere a lungo. I prestiti agevolati non bastano, abbiamo bisogno di sapere che lo Stato ci consentirà di recuperare le perdite che abbiamo avuto. Spero che gli aiuti promessi al settore turistico riguardino anche noi, che formalmente siamo una società di servizi ma che in realtà facciamo turismo al 100%”.

La voglia di ripartire, però, è tanta e così Di Trapani chiede di sapere anche le modalità con cui la sua azienda potrà tornare al lavoro: “Attendiamo informazioni sulle misure di sicurezza e le precauzioni sanitarie – dice -. Abbiamo voglia di ripartire anche perché la barca è sicuramente un posto sicuro, isolato dal resto del mondo. È il modo migliore per trascorrere una vacanza, ma per fare questo abbiamo bisogno che qualcuno ci dia delle istruzioni da seguire”.

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