VIDEO | Coronavirus, Garnero (Ocse): “Da seconda ondata forte impatto sull’economia”

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"Non possiamo permettere che il virus circoli liberamente per salvaguardare l'economia", dichiara all'agenzia Dire Andrea Garnero, economista Ocse

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ROMA – “Se continuano i contagi, lockdown o meno, l’impatto sull’economia sarà forte. Nelle previsioni di giugno avevamo fatto due scenari: uno con il virus sotto controllo e un altro che purtroppo si sta realizzando adesso, con una seconda ondata e nuove restrizioni“. Lo dice Andrea Garnero, economista Ocse, nel corso di una intervista Skype con la Dire.

L’impatto economico sarà diretto sui settori che vengono chiusi, come avverrà in Francia con la chiusura dopo le 21- spiega- ma anche indiretto perché in una situazione di incertezza le persone non andranno al cinema o al ristorante e le imprese non faranno gli investimenti o le assunzioni previste”. Secondo Garnero la norma più importante sarà il controllo della pandemia: “Non possiamo permettere che il virus circoli liberamente pensando che questo salvaguardi l’economia. L’abbiamo visto nei primi mesi dell’emergenza, ci sono studi che hanno esaminato i casi di Svezia e Danimarca che hanno adottato misure molto diverse senza che si verificasse un grande impatto sui consumi. Anche tra gli Stati americani, non notiamo una grande differenza in termini economici tra chi ha fatto un lockdown severo e chi no. Il vero messaggio è che non ci sarà una ripresa se non si tiene sotto controllo la pandemia, questa è la priorità“, sottolinea. Occorre proteggere i settori più colpiti e preparare la ripresa: “Gli strumenti ci sono e vanno utilizzati bene: abbiamo 209 miliardi possibili da spendere nei prossimi anni, corrispondono a 10-15 finanziarie standard, è un’opportunità enorme e va colta bene”.

Garnero torna poi sulla decisione del governo di non prorogare il blocco dei licenziamenti che scade il 31 dicembre: “Nessun paese europeo o dell’area Ocse aveva preso una misura così radicale arrivando a vietare i licenziamenti. Con la cassa integrazione disponibile per tutti è sembrata una norma ridondante e non necessaria. Se guardiamo a quello che è successo in Francia o in Inghilterra nei primi mesi della pandemia- ricorda- non c’è stato un aumento dei licenziamenti”. Questo perché tagliare i dipendenti “costa in termini di procedure, di indennità, di possibili ricorsi e anche da un punto di vista psicologico“. Quello che succederà da gennaio dipende dalla cassa integrazione: “Se è estesa in maniera molto generosa io penso che non ci sarà un picco di licenziamenti. Se tornerà a essere ristretta a poche grandi aziende- avverte- è ovvio che questo comporterà dei licenziamenti per le imprese che non ne hanno accesso. Il governo sembra abbia intenzione di estendere la cig, dobbiamo capire per chi, in che modo e per quanto tempo”.

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