VIDEO | Coronavirus, il Cnr: “Triplicato il tempo sul web”
- Rachele Bombace
- 28/03/2020
- Welfare
- r.bombace@agenziadire.com
Aumentano la tristezza e la paura, ma per il 22% delle persone le donne sono finalmente mamme e mogli Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print
ROMA – “Fino ad oggi hanno risposto in 25mila, ma il campione si sta rinnovando di giorno in giorno. Faremo camminare l’indagine ancora per qualche giorno, vogliamo tracciare una tendenza evolutiva dei fenomeni che si stanno delineando nella cornice del distanziamento sociale. L’80% di chi ha partecipato al sondaggio vive in coppia e nel 70% dei casi ha figli. Solo due persone su dieci si trovano in situazioni diverse”. Parla alla Dire Antonio Tintori, ricercatore del Cnr e responsabile dell’Indagine sui ‘Mutamenti sociali in Atto-Covid19’, che mette insieme psicologi e sociologi per lo studio di atteggiamenti e comportamenti della popolazione in relazione all’emergenza. Un viaggio tra informazioni socio-anagrafiche, interazioni e devianze nel distanziamento e nell’avvicinamento sociale, fino ad arrivare a opinioni, fiducia, emozioni e disagio.
COME TRASCORRONO IL TEMPO GLI ITALIANI
“Leggono libri, ascoltano musica, cucinano, ma l’elemento preponderante è l’uso di internet- fa sapere lo studioso- e prevalentemente lo fanno andando alla ricerca di notizie attinenti alla situazione emergenziale. Dalla ricerca emerge, inoltre, che si è raddoppiato, se non triplicato, il tempo che gli italiani trascorrono sui social media (Facebook, Twitter, Instagram e Whatsapp). Due mesi fa normalmente trascorrevano dai 30 ai 60 minuti in media sul web”. Il livello di gradimento delle interazioni online spacca a metà gli italiani: “Il 50% si definisce soddisfatto di quello che può offrire il mondo virtuale, anche in termini di sostituzione delle relazioni sociali face to face. L’altro 50%- sottolinea Tintori- è invece pienamente insoddisfatto”.
CONVIVENZA FORZATA MA SOLIDA
“La convivenza non sta destando particolari problemi nelle coppie. Non risultano timori sul rischio che l’avvicinamento coatto possa causare un eventuale cedimento della relazione se dovesse perdurare nel tempo. Piuttosto si registra un livello di stress, o comunque di un malessere di tipo depressivo, ossessivo o nevrotico che inizia a serpeggiare tra la popolazione”.
CRESCE SOLITUDINE E INCERTEZZA NEL FUTURO… MA NON SOLO
“Tra gli italiani in isolamento si fa strada un crescente sentimento di solitudine e di incertezza verso il futuro- aggiunge il ricercatore del Cnr- ma emergono anche delle variabili che indicano una forte presenza di paura, ansia e tristezza. Questo significa che la maggior parte delle persone hanno il timore che se l’emergenza persisterà nel tempo, potrà indurre in stati di questo tipo una massa molto importante di popolazione”. Lo spartiacque è il fattore culturale: “Al Nord, dove l’emergenza Coronavirus ha avuto un impatto maggiore, si registrano anche gli atteggiamenti più cauti e sereni nella convivenza e nell’affrontare la situazione. Il Centro Sud e le isole, invece, sono più soggetti alle emozioni primarie quali la paura per il futuro, l’ansia e la tristezza. Lo stesso dato si riscontra per la solitudine”.
LA PERCEZIONE DELLA VIOLENZA
“In Cina, a Wuhan, si è registrato un innalzamento del 30% delle richieste di divorzio e un’ondata di violenza domestica senza precedenti. In Italia, per il momento, circa 2 persone su 10 segnalano che il protrarsi di una convivenza forzata potrebbe generare un aumento della violenza fisica, prevalentemente degli uomini sulle donne. Una persona su dieci segnala anche un problema di violenza psicologica delle donne sugli uomini”, aggiunge Tintori.
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PERDURANO GLI STEREOTIPI DI GENERE
“Il 21,7% della popolazione ritiene che finalmente la donna può acquistare il suo ruolo naturale (ovvero biologico) di madre e moglie. Un dato abbastanza preoccupante- suggerisce il responsabile dell’indagine del Cnr- alla luce del fatto che tra questi ci sono quasi 2 donne su 10 a sostenere ancora l’esistenza di un ruolo naturale. Come se il fattore biologico fosse preponderante su quello sociale, elemento che sottolinea un condizionamento molto profondo della nostra società rispetto a questa stereotipia”.
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LA FIDUCIA SISTEMICA
La ricerca sui ‘Mutamenti sociali in Atto-Covid19’ conferma che il 95% degli italiani ha fiducia nella Scienza, nella Protezione civile e nella Sanità. “Grande fiducia la riscontra il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, e il nostro presidente del Consiglio, Giuseppe Conte. Si è abbassato invece l’indice di gradimento verso il mondo politico- ricorda Tintori- che già negli ultimi anni è calato molto tra i giovani. In questo momento c’è anche una discreta fiducia verso i governi regionali, avendo un ruolo più specifico”. A sorpresa, infondo alla classifica arrivano i social media nonostante l’utilizzo. Le informazioni che si leggono sulle piattaforme social godono di fiducia solamente per 2 persone su 10. Colpisce, tuttavia, il dato che il 35% del nostro campione asserisca che in Rete si possa trovare ciò che i notiziari nascondono. c’è la percezione che i nostri notiziari vogliano volutamente celare delle informazioni e che queste possano essere reperibili sul web”. Perdono fiducia agli occhi degli italiani anche “l’Unione europea e le banche. Infine, scendono nella graduatoria le forze dell’ordine che, nonostante si stiano dando moltissimo da fare per preservare la sicurezza e garantire quanto previsto dai decreti governativi, probabilmente non son viste di buon occhio dalla maggior parte della popolazione: il 70%”.
IL FUTURO LAVORATIVO
La fotografia sul mondo del lavoro mostra un 40% degli italiani non spaventati. “Questa situazione non perturberà la loro attività lavorativa e addirittura circa il 17% pensa che da questa emergenza nasceranno delle opportunità nuove. Gravi rischi e perdite economiche sono invece temute dall’altro 40% dei rispondenti”, conclude Tintori.
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