VIDEO | Coronavirus, l’economista: “7,4 milioni di anziani aiutano i familiari con le pensioni, welfare a rischio”

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"Riaprire l'italia per fasce d'età su base volontaria" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – Gli anziani da sempre rappresentano un pilastro nel Welfare del nostro Paese, dove il Welfare familiare riesce a soccombere a tutte le carenze di quello statale. “Il supporto che danno gli anziani alle famiglie e’ duplice: nove nipoti su dieci sono accuditi dai nonni, in piu’ gli anziani garantiscono anche un forte aiuto economico. In Italia ci sono 16 milioni di pensionati che offrono aiuto alle loro famiglie, e ben 7,4 milioni aiutano direttamente i familiari con le proprie pensioni, quindi anche i nipoti”. A parlare alla Dire e’ Ilaria Bifarini, nota economista e saggista, secondo la quale il colpo piu’ duro che la perdita dei ‘nonni’ deceduti per Covid-19 dara’ al Paese sara’ soprattutto di tipo economico. Questo perche’ “i nonni attivi nella cura dei nipoti, in base ai dati Istat, sono quelli ancora in eta’ lavorativa. Se invece andiamo a vedere chi sono le persone decedute con o per Coronavirus, prendendo i dati forniti dall’Istituto superiore di sanita’, vediamo che l’eta’ media e’ 79 anni per gli uomini e 83 per le donne. Sono nella maggioranza dei casi persone anziane con patologie pregresse, come ad esempio problemi cardiaci, diabete ma anche demenza. Quindi, molte di queste persone in realta’ non provvedevano alla cura e all’accudimento dei nipoti, ma sicuramente contribuivano con il loro supporto economico attraverso le pensioni: un vero e proprio trasferimento di ricchezza da una generazione all’altra“.

Riflettendo poi sull’attuale momento storico, Bifarini aggiunge: “Per la prima volta dal dopoguerra, le nuove generazioni sono piu’ povere delle precedenti, hanno meno possibilita’ di inserirsi a livello lavorativo e di costruire una famiglia, un futuro. Con il venir meno del supporto economico degli anziani, molte famiglie scivoleranno nella soglia di poverta’, che tendera’ sempre di piu’ a ingrandirsi”. I danni economici che si rifletteranno poi a livello di Welfare, anche in questo caso, non saranno “tanto causati dal numero dei decessi per Coronavirus. Sono circa 24.000 le persone decedute- continua l’economista– di cui il 60% e’ concentrato in Lombardia. In sostanza, tre regioni del Nord accentrano l’80% dei decessi legati a questa malattia. Nel resto d’Italia ci sono regioni come il Lazio dove i decessi ammontano a numeri molto contenuti, intorno ai 350- sottolinea la studiosa- e regioni del Sud Italia dove sono anche meno di 100. Si tratta di numeri davvero ridotti, che non hanno questo grande impatto a livello di popolazione. Ben diverso, invece, sara’ l’impatto economico dell’attuale protrarsi della quarantena, che poi non e’ piu’ una quarantena, avendo superato i quaranta giorni di chiusura”.

Il lockdown, ripete Bifarini, “sta producendo dei danni economici elevatissimi, senza precedenti nella storia moderna”. L’Italia subira’ “una recessione del 9,2% secondo la previsione del Fondo monetario internazionale, che a mio parere e’ sottostimata- precisa Bifarini- perche’ potrebbe andare addirittura oltre. È la piu’ alta in tutto il mondo”.

Un dato davvero “preoccupante e che deve farci riflettere sul disastro che ci sta aspettando”. In economia esiste una relazione diretta tra il prodotto interno lordo pro capite e l’aspettativa di vita del cittadino, ossia “piu’ e’ alta la ricchezza pro capite e piu’ e’ alta l’aspettativa di vita e viceversa. Quando arriveremo ad abbassare del 9,2% il Pil nazionale, e quindi pro capite, cosa che non abbiamo mai vissuto nelle nostre storie personali- ricorda l’economista– dovremo aspettarci una ripercussione sulla salute stessa della popolazione e sulle aspettative di vita“. La conferma arriva dal “Centro cardiologico di Milano- continua Bifarini- che ha gia’ denunciato un aumento fortissimo dei casi di infarto in questo periodo. Sembra che siano triplicati perche’ la gente non va in ospedale in quanto ha paura. Inoltre, questo stato di stress e di preoccupazione continua puo’ avere un impatto inaudito sulla salute pubblica e sull’economia. Tutto questo deve portarci ad intervenire immediatamente, la situazione e’ insostenibile. Il lockdown indiscriminato impedisce all’economia di andare avanti- conclude- cosi’ come alle relazioni sociali e familiari”.

L’ECONOMISTA: “RIAPRIRE ITALIA PER FASCE D’ETÀ SU BASE VOLONTARIA”

Riaprire l’Italia per fasce d’eta’ e su base volontaria”. Due punti chiari, quelli offerti da Ilaria Bifarini per uscire dal lockdown. “Si deve riprendere l’attivita’ lavorativa e sociale mantenendo alcune precauzioni e norme igieniche, come l’obbligo di dispositivi per gli esercizi pubblici e nei luoghi di lavoro da parte del personale”. In concreto Bifarini per ripartire pensa alle persone sane e giovani, quelle che rientrano nella fascia d’eta’ 0-60 anni. Consiglierebbe invece di prolungare, dove possibile, l’isolamento a quanti hanno un’eta’ superiore ai sessanta o convivono gia’ con altre patologie importanti. “In quest’ultimo caso la quarantena potrebbe essere allargata anche ai familiari, o comunque a chiunque senta la necessita’ di essere tutelato al 100% e di mettersi al completo riparo dal possibile contagio”.

Sotto attacco soprattutto la quarantena indifferenziata. “Sembra la soluzione piu’ facile, ma in realta’ e’ la piu’ disastrosa e inefficace”. Si deve differenziare tra regioni. “Il Lazio ha poco piu’ dell’1% dei decessi totali per Covid-19, la Sardegna lo 0,7%, meno di 100 decessi- rimarca Bifarini- e non si possono adottare in queste regioni le stesse misure che sono state prese in Lombardia o Emilia Romagna. Disposizioni indifferenziate e uguali per tutti finiscono per essere inefficaci e deleterie. L’impatto economico si fara’ sentire anche sulla salute”.

La studiosa, analizzando poi la popolazione, ricorda che “sui bambini l’incidenza del Coronavirus e’ nulla, quindi evitiamo di sacrificare l’infanzia. Cosa che potrebbe avere delle ripercussioni sul loro sviluppo psichico e quindi durare per il resto della vita. Evitiamo anche di causare degli stress traumatici in persone che hanno problemi lavorativi seri e il rischio di disoccupazione perenne. Gia’ siamo un Paese con un tasso di disoccupazione elevatissimo, a questo aggiungiamo i dati della Confesercenti in cui si afferma che un’azienda su tre rischia di non aprire piu’. Ci potrebbero essere piu’ morti a causa della crisi economica, che per Coronavirus. Il lockdown non puo’ andare avanti– ribadisce l’esperta- ogni giorno ci sono imprese che falliscono”.

Come si fa a tornare al lavoro con le scuole chiuse e i nonni lontani. I genitori a chi potranno lasciare i figli?

“È uno dei punti ancora da chiarire- risponde Bifarini- nel momento in cui i genitori torneranno a lavorare e non potranno contare sul supporto dei nonni, occorrera’ dare un sussidio economico per i servizi di babysitting e per permettere alle famiglie di far fronte a una spesa economica ulteriore”. Resta tuttavia evidente una contraddizione: “Nel momento in cui si assumera’ una babysitter- conclude la studiosa- questa persona sara’ comunque una potenziale portatrice del virus, poiche’ entrera’ in contatto con varie famiglie e dovra’ spostarsi per la citta’, viaggiare”.

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