VIDEO | Coronavirus, Sansone (Foja): “Artisti non considerati dalle norme attuali”

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Così alla Dire Dario Sansone, frontman dei Foja, sulla difficile situazione che gli artisti stanno vivendo in questa fase di quarantena forzata dovuta all'epidemia da Covid-19 Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

NAPOLI – “Al momento tutta la categoria dello spettacolo e l’intera filiera, fatta di professionisti che permettono agli artisti di andare in scena, non mi sembrano considerate dalle norme attuali. Ed essendo proprio la categoria che per ultima verrà alla luce, quello che ci vorrebbe è un grande riflettore sul caso”. Così alla Dire Dario Sansone, frontman dei Foja, sulla difficile situazione che gli artisti stanno vivendo in questa fase di quarantena forzata dovuta all’epidemia da Covid-19. Un blocco totale delle attività che, stando alle cifre della Cgil e Slc Campania, nella sola regione del governatore De Luca, investe ben 13mila addetti. Per Sansone non si tiene conto del fatto che “un’artista è anche terapeutico per la vita degli esseri umani. Bisognerà alzare un pochino la voce – spiega – perchè in questi primi due mesi di emergenza c’è stata una totale assenza delle istituzioni. Ci sono persone che lavorano da una vita e hanno fatto del supporto artistico tutta la propria esistenza”. Il leader della band napoletana non pensa solo a coloro che hanno la visibilità del palco ma anche a tutti coloro, spesso sconosciuti ai più, che si muovono dietro le quinte e che “ora si vedono persi. Anche nel nostro staff – ammette – c’è una grande paura”. Sansone parla di ritardi negli interventi e non solo in campo artistico. Pensa alla differenza tra imprese considerate di primaria necessità e quelle che da questa categoria sono state escluse. “La ripresa sarà difficile” sottolinea e, “pensando alla mia città (Napoli, ndr), penso ci saranno dei danni che entreranno nel tessuto sociale. Cosa accadrà a chi, puntando ad esempio, al boom del turismo ha investito, uscendo da, diciamo così, situazioni più “selvagge” e ora vede una ripresa lenta che ci porterà al prossimo anno? Sono interrogativi umani e sociali che vanno ad unirsi ai dilemmi economici sui quali questo Paese deve fare qualcosa in più”.

I Foja, come i tanti artisti che si stanno prodigando, in questa fase di lockdown, nelle iniziative più disparate, dai concerti online all’intrattenimento social, non si sono fatti fermare dal nuovo coronavirus. In piena emergenza e ad isolamento sociale già in atto, hanno prodotto un nuovo brano, “Nunn’è ancora Fernuta”, sposando l’iniziativa dell’associazione etica Ex Opg – Je So’ Pazzo di Napoli, “Durante l’emergenza – Attiviamo la Solidarieta’”. La band ha deciso di devolvere i proventi del brano all’iniziativa benefica senza passare per i soliti canali di distribuzione digitale. Per l’occasione è stato creato, infatti, un sito dove è possibile fare una donazione ricevendo in cambio il brano. Al momento, racconta Sansone soddisfatto, abbiamo raccolto e donato “oltre tremila euro. Una cifra inimmaginabile ma, a quanto pare, quando si tratta di avere cuore il pubblico che ci segue ha messo non solo quello ma tutti gli organi a servizio dell’operazione”. “Per il futuro dei Foja – annuncia l’artista – ci stiamo organizzando anche perchè la musica non si può fermare, è una cosa che esce dalle case anche quando ci sei chiuso dentro. È una cosa che si muove nell’aria e, quindi, non ci fermeremo anche se in questo momento siamo distanti. Saremo costantemente vicini alle persone che ci vogliono bene. Attraverso le canzoni continueremo a mandare i nostri messaggi che sono anche di speranza. “Nunn’è ancora Fernuta” è una di questa. Ci sono tanti uomini che incontri sul tuo cammino che ti fanno ben sperare per la razza umana, ed è a quelli che si deve puntare. Un esercito di persone che crede nel bene e che, con coraggio, riesce a farlo per gli altri. Penso – conclude Sansone – ai nostri medici e infermieri, sono qualcosa che fa ben sperare per il futuro dell’umanità. Forza che ce la faremo”.

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