VIDEO | Coronavirus, Talamo: “No alla sospensione della trasparenza”

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Intervista a Sergio Talamo, giornalista e docente di comunicazione trasparenza, coordinatore della speciale Commissione che per il ministero della Pubblica amministrazione si sta occupando della riforma della comunicazione pubblica Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – La battaglia contro l’epidemia coronavirus non può portare alla sospensione della trasparenza e dell’accesso agli atti pubblici. Si parla di privacy, di tracciabilità dei dati dei cittadini per mappare i loro spostamenti, ma ci sono altri aspetti non meno importanti. Sergio Talamo, giornalista e docente di comunicazione trasparenza, coordina la speciale Commissione che per il ministero della Pubblica amministrazione si sta occupando della riforma della comunicazione pubblica.

Nel decreto ‘Cura Italia’ è stata introdotta una norma che sospende la trasparenza? “Dal 2016 l’Italia si è dotata del cosiddetto Foia, Freedom of information Act, che in pratica è la possibilità di accedere ad ogni atto e documento dell’amministrazione, un passo avanti importante rispetto al passato. A questo punto, in un momento in cui la domanda di informazione e sui controlli è molto forte, suscita qualche perplessità questa norma del ‘Cura Italia’ che stabilisce che le amministrazioni possono rispondere alle richieste di cittadini e giornalisti soltanto in casi di indifferibilità e urgenza. Ma questo della trasparenza totale è aspetto fondante del governo aperto, serve sia alla stampa per controllare le attività della pubblica amministrazione, sia al cittadino per svolgere un controllo anche di qualità sullo svolgimento dei servizi”.

Per Talamo la comunicazione è fatta anche di “interazione con il cittadino e del resto il governo ripete sempre che è necessario fare squadra, essere uniti… ecco, uniti significa anche essere tutti sulla stessa trincea del controllo dei servizi e dell’esercizio dei diritti”.
Come si può superare il rischio? “Come ha fatto la Funzione pubblica in un comunicato, dove ha spiegato che vanno differiti i termini dell’accesso documentale per un interesse specifico: ad esempio, ho fatto un concorso e voglio sapere quali sono gli atti che mi hanno escluso; ora, visto che i concorsi sono sospesi può anche essere sospeso l’accesso a questi atti. Ma se voglio sapere che cosa c’è dietro un appalto aggiudicato sarebbe importante essere avere una risposta nei termini previsti dalla legge“. Per questo, chiude sul punto Talamo “il suggerimento che mi sento di dare anche a nome dell’associazione Pa Social che comprende una rete estremamente ampia di comunicatori, di giornalisti che sono in prima linea in questi giorni nel rapporto con i cittadini, sarebbe quello di esercitare questa limitazione ai soli casi in cui l’accesso preveda un ricorso al cartaceo, non dove è possibile invece utilizzare il digitale, in perfetta coerenza con le circolari sullo smart working della ministra Fabiana Dadone”.

“TRASPARENZA PER BATTERE LE FAKE NEWS”

“L’altra faccia della medaglia della lotta alle fake news è proprio la massima applicazione della trasparenza, la massima apertura alle domande dei cittadini” dice Sergio Talamo.

C’è ancora molto da fare, spiega, perché la trasparenza è stata interpretata “più come un adempimento, fornitura di dati un po’ astratta che quasi non tiene in considerazione la domanda effettiva del richiedente. In questi anni poi la richiesta di trasparenza è stata anche un po’ troppo sbilanciata solo sull’anticorruzione, sui profili dubbi e opachi degli affidamenti delle gare. Invece la trasparenza è soprattutto uno strumento che noi cittadini abbiamo interesse a usare per avere un rapporto diretto con l’amministrazione pubblica.

Anche nella Commissione per la riforma della comunicazione pubblica che riguarda i social, nel momento in cui il cittadino comunica attraverso i social e dall’altra parte c’è un comunicatore, un giornalista che interagisce anche in tempo reale viene meno anche la formalità della trasparenza prevista dalle procedure, perché in pratica faccio una domanda e ottengo subito una risposta”.

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