VIDEO | Covid, Pugliese (Umberto I): “Serve più controllo sul territorio”

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"Il virus esiste e circola. Una maggiore attenzione alle regole sicuramente è fondamentale quando si vuole vivere all'esterno"

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ROMA – A volte il paziente Covid con sintomi si trova a casa e non sa come gestire la situazione. A quel punto l’accesso al Pronto Soccorso e dunque in ospedale pare l’unica strada percorribile. Quale ruolo gioca allora una buona medicina territoriale in questa pandemia? Che inverno ci aspetta con l’influenza stagionale che sta per arrivare come ogni anno? L’agenzia di stampa Dire ha rivolto via Skype queste domande al professor Francesco Pugliese, Direttore del Dipartimento di Emergenza, Accettazione, Anestesia ed Aree Critiche del Policlinico Umberto I di Roma e Professore in Anestesia e Rianimazione presso l’Università Sapienza di Roma.

– Abbiamo parlato di terapia intensiva ma anche le subintensive all’interno di molti ospedali registrano il tutto esaurito. Secondo lei molti soggetti potrebbero essere curati in modo altrettanto efficace in domiciliare o strutture residenziali, in caso ad esempio di soggetti che abitano in piccole abitazioni dove l’isolamento e’ difficile da attuare?

“Sicuramente sì. Ciò non riguarda i pazienti con sintomatologia grave, però esiste una quota parte dei pazienti che sono in degenza ordinaria che potrebbero essere gestiti in strutture chiamiamole residenziali e in domiciliare. Queste persone dovrebbero essere maggiormente affidate alla medicina del territorio prima di pensare a un accesso in ospedale. Quindi un controllo più meticoloso sul territorio potrebbe rivelarsi efficace nel ridurre la corsa e il sovraffollamento all’interno degli ospedali”.

– Uno dei problemi legati alla pandemia e’ quello di lasciare indietro tutte le altre patologie, che oltretutto non aspettano. Questa seconda ondata secondo lei poteva essere evitata, o meglio contenuta? Inoltre che inverno ci aspetta considerando che anche l’influenza stagionale comincerà a circolare?

“Non credo ci sia solo una responsabilità organizzativa bensì una responsabilità individuale di tutti noi. Forse ci siamo sentiti ad un certo punto, nel corso di questi mesi, deresponsabilizzati e abbiamo ripreso a condurre la nostra vita, per certi versi come giusto che sia, non considerando più l’esistenza del virus e forse anche per colpa di qualche messaggio sbagliato. Il virus esiste e circola. Una maggiore attenzione alle regole sicuramente è fondamentale quando si vuole vivere all’esterno. Per quanto riguarda l’inverno che ci aspetta, ci auguriamo che questa nuova stretta riesca a resettare un po’ il sistema per permetterci di tornare a un minimo di vita sociale ma rispettando molto di più le regole anticontagio. Anche perché, ripeto, abbiamo capito che il virus esiste, non è cambiato e non si è indebolito e non abbiamo ancora terapie per contrastarlo ma solo di supporto”.

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