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le dodici stelle

Petronio (scrittore): "Conte come Re Lear? Intanto nati sotto la stessa stella" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – “Potrei essere rinchiuso in un guscio di noce e tuttavia ritenermi Re di uno spazio infinito, se non fosse che faccio brutti sogni”. A dirlo potrebbe essere anche un normale cittadino che negli ultimi mesi ha sperimentato sia la costrizione a casa, che la paura dell’invisibile, dell’ignoto, scatenata dalla pandemia Covid-19. Invece e’ l’Amleto di Shakespeare a pronunciare queste parole. “Durante l’isolamento le nostre case, piccole o grandi, sono diventate i nostri castelli nei quali eravamo rinchiusi a forza. Anche Amleto narra una vicenda simile: un principe chiuso in un castello, che non esce. Durante la quarantena ho ripensato al principe di Danimarca perche’ c’erano delle analogie nella sua tragicita’ e posso confermare che Shakespeare abbia costruito il suo personaggio usando le caratteristiche del segno piu’ complesso di tutti, il dodicesimo, e che racchiude tutti: i Pesci”. Una originale similitudine quella offerta da Enrico Petronio, attore e autore del libro ‘Le dodici stelle di Shakespeare‘, pubblicato da Emersioni di Lit Edizioni, per analizzare quanto abbiamo vissuto da marzo in poi in chiave shakespeariana. In questo testo lo scrittore decide di fare l’oroscopo ai personaggi inventati dal Bardo.

“Perche’ come il genio di Picasso si esprimeva usando il rosso, il bianco, il verde, il blu e il marrone, cosi’ Shakespeare si e’ espresso adottando una griglia molto precisa: costruisce le personalita’ dei suoi personaggi secondo le caratteristiche dei segni zodiacali”, rimarca ancora Petronio. Cosa ha, dunque, di potente questo Amleto nato sotto la stella dei Pesci? “L’immaginazione. Secondo l’astrologia ufficiale i Pesci sono il segno dell’ultra umano, dell’aldila’ del mondo, della morte. Amleto e’ l’unico fra i personaggi Shakespeariani che dialoga quasi serenamente con i defunti. Il tema della morte nell’Amleto torna in ogni pagina, ma non e’ angoscioso. Il lockdown nella sua tragicita’ e’ stata un’ottima occasione per tuffarsi in questo mare. Proprio con l’elemento dei Pesci Amleto definisce la vita: un mare di guai. E se e’ vero che i Pesci sono il regno del silenzio, anche interiore, questo mare scurissimo ritorna nell’ultima battuta del principe prima di morire: ‘Il resto e’ silenzio'”.

DALL’AMLETO AL RE LEAR

Terminato l’isolamento pandemico e riaperta l’Italia, l’attenzione di Petronio vola dall’Amleto al Re Lear, costruito con le caratteristiche zodiacali del Leone. Perche’? “Il Leone e’ il segno del comando e della responsabilita’. Non e’ facile fare il capo- sottolinea l’attore e scrittore- dovendo governare non si puo’ amare e il destino e’ quello di prendersi le maledizioni di tutti. Durante la quarantena ho analizzato un personaggio reale della nostra storia, anche lui nato sotto il segno del Leone: il nostro primo ministro Giuseppe Conte. Mi sembra che tante analogie ritornino, ma non voglio fare politica e non sto qui a giudicare. Tuttavia- continua Petronio- fare il re, il capo, essere il vertice della piramide e’ difficile”. La caratteristica del Leone e’ “una generosita’ talmente potente da diventare poi dispotica e spesso, spiega l’astrologia, finisce nella disperazione. Questo accade a Re Lear, lui pensa di fare bene, deve pensare di fare bene per reggere un regno, dopo di che se abbia ragione o torto lo dira’ la storia. È un grande idealista ma questo non lo salva. Per comandare e amministrare il potere procede usando una mappa mentale e la sua evoluzione sara’ quella di andare oltre, distruggendola. Shakespeare mostra Re Lear entrare in scena con una mappa che aiuti a dividere il suo regno, ma quando la figlia sincera gli dira’ ‘Non ti amo come un re ma come un padre’, lui impazzira’, distruggera’ la cartina e cadra’ nella disperazione. Finira’ in gabbia come l’ultimo dei servitori e pronuncera’ le sue parole finali: “Guarderemo i regni che si fanno e si disfano e ci racconteremo antiche favole. Scopriremo che le corone sono solamente gusci d’uovo”.

‘ROMEO FORSE ARIETE, GIULIETTA CAPRICORNO’

Studiando l’astrologia, Shakespeare ha costruito probabilmente tutte le psicologie dei suoi personaggi. “Romeo forse e’ Ariete– propone l’autore nel suo libro- un segno giovane, pieno di passione e volitivo”. E Giulietta? “Capricorno, e’ piena di passione ma controllata, controllante e ambiziosa”. Romeo nelle sue battute usa continuamente metafore legate all’elemento del fuoco. “L’Ariete e’ il primo segno di fuoco, nonche’ il primo segno dello Zodiaco, quello che gli astrologi definiscono il Big Bang, l’esplosione della forza naturale. Non sorprende che la prima entrata in scena di Romeo sia all’alba con le parole ‘Il giorno e’ cosi’ giovane'”. Infine c’e’ Mercuzio. “Personaggio molto complesso e in un certo senso spesso frainteso. Si pensa che sia tutto scintille, fantasie e pura immaginazione. Spesso lo si accoppia alla figura dell’attore, al teatro, e lo si rende un po’ superficiale. Mercuzio e’ dell’Acquario ed e’ un personaggio incredibile- ricorda l’autore- tutto esteriorita’, divertimento, musica, comunicazione, allegria, follia, maschera, ma dentro ha un conflitto tormentatissimo. La chiave della sua complessita’ sta nel fatto che l’Acquario e’ il segno della regola e della sovversione della regola, l’undicesimo segno tutelato e sorretto dai pianeti di Urano e Saturno. Ecco perche’ la fantasia di Mercuzio e’ cosi’ tormentata, e si rivela tutta nel monologo della Regina Mab, che da fata diventa strega. Gli Acquari sono tutto immaginazione, parlano tanto ma raccontano poco di loro. Nel ‘Romeo e Giulietta’ non si sa nulla di Mercuzio, chiedete a un Aquario di raccontarvi qualcosa del proprio intimo e vi risponderanno ‘L’intimo, cos’e’?’. L’evoluzione di Mercuzio, l’evoluzione di questo Acquario, e’ di un dolore immenso, perche’ l’unica cosa che poi alla fine il personaggio dira’ di se stesso, dopo aver parlato di tutto tranne che di se stesso, sara’ in punto di morte. Ucciso, maledice entrambe le famiglie: ‘Avete fatto carne per vermi di me'”. Gli Acquari dovrebbero mettersi in gioco prima. “Attenti- conclude Petronio- a parlar tanto di immaginazione senza dire niente di se’. Questo potrebbe portare a una morte tragica”.

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