VIDEO | Da settembre a scuola? I presidi: “No, solo con rischio zero”
- Ugo Cataluddi
- 14/04/2020
- Giovani, Politica, Scuola e Università
- u.cataluddi@agenziadire.com
"Ipotizzare uno scenario simile a quello per le aziende è molto semplicistico. La scuola è intrinsecamente diversa da tutti gli altri settori". Parla il presidente dell'Associazione nazionale presidi Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
ROMA – Tornare sui banchi di scuola? Solo con il rischio zero e quindi con la situazione precedente all’epidemia. Sia se si parli dell’anno scolastico ancora in corso, sia se la prospettiva venga spostata a settembre. E’ l’opinione del presidente dell’Associazione nazionale Presidi, Antonello Giannelli, che durante un’intervista all’Agenzia Dire ha definito “impraticabili” alcune soluzioni emerse in questi giorni: “Parlare di metà classi o turni doppi ha poco senso. La scuola è il luogo naturale per l’assembramento– ha detto il presidente Anp- è una cosa che non possiamo evitare. Anche se tenessimo a casa due terzi dell’intera popolazione scolastica. Il format sono comunque le classi e sono formate da 20-25-30 alunni, di ogni età, è impossibile farli stare fermi al loro posto per rispettare la distanza di un metro. L’assembramento si verrebbe a creare durante le fasi di ingresso e di uscita dall’aula, durante la ricreazione, le pause e via dicendo”.
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“LA SCUOLA È SETTORE A SÈ, NON POSSONO VALERE LE SOLUZIONI PER LE AZIENDE”
Per questo, per la scuola non valgono le stesse soluzioni che si sta pensando di mettere in atto per le aziende, con rientri graduali sul posto di lavoro: “Ipotizzare uno scenario simile- ha aggiunto Giannelli- è molto semplicistico. La scuola è intrinsecamente diversa da tutti gli altri settori“. E ancora, “Le scuole sono i luoghi da manuale per diffondere il contagio e i medici lo sanno benissimo”.
Quindi didattica a distanza fino all’arrivo del vaccino? In merito il presidente Anp si è mostrato più ottimista: “Io credo che si possa arrivare a un punto in cui i malati caleranno del tutto fino a scomparire. Se la malattia si rivelasse essere stagionale è evidente che potrebbe tornare, questo significa che per qualche mese potremmo frequentare la didattica in presenza per poi ricominciare con quella a distanza“.
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L’IMPORTANTE È FARSI TROVARE PRONTI
L’importante tuttavia, “è farsi trovare pronti. Non è più possibile infatti pensare che ci siano ancora italiani che non sono provvisti di connessione in casa. Internet ormai è un diritto sociale, è l’accesso alla cultura. Le famiglie meno abbienti devono poter disporre della connessione gratuita e dei dispositivi come tablet o pc e i tutti docenti devono essere messi nella condizione di poter svolgere la didattica a distanza nel migliore dei modi. Abbiamo 4 mesi e mezzo di tempo per farlo“.
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