VIDEO | Due esplosioni a Beirut, ministro dell’Interno: “Quella al porto causata da nitrato di ammonio”

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Tra le due esplosioni sono passati circa a 15 minuti: una delle due deflagrazioni avrebbe avuto luogo nelle vicinanze della residenza dell'ex primo ministro Sa'ad Hariri Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – Due grosse esplosioni sono state avvertite a Beirut, la capitale del Libano, a distanza di 15 minuti una dall’altra. Una è avvenuta nella zona del porto e l’altra nei dintorni della città. Secondo quanto riferisce su Twitter la corrispondente del quotidiano emiratino The National, Joyce Karam, una delle due deflagrazioni avrebbe avuto luogo nelle vicinanze della residenza dell’ex primo ministro Sa’ad Hariri.

MINISTRO SALUTE: A BEIRUT SVARIATI FERITI PER ESPLOSIONI

La doppia esplosione di questo pomeriggio a Beirut ha causato “un numero molto elevato di feriti“. Questo il bilancio provvisorio reso noto dal ministro della Sanità libanese, Hamad Hasan.

Secondo quanto riferisce la stampa locale dovrebbe trattarsi di “decine di persone”. I giornalisti della testata locale Daily Star hanno condiviso le foto delle finestre della loro redazione distrutte dall’esplosione, così come avvenuto in molti altri edifici della città.

MASIERI: “A BEIRUT MACERIE E FIUMI DI VETRI, UN DISASTRO”

“Dai miei colleghi a Beirut arrivano resoconti terrificanti: raccontano di case distrutte, macerie ovunque e fiumi di vetri nelle strade. Le autorita’ parlano di centinaia di morti e feriti ma secondo me e’ difficile fare un bilancio esatto perche’ i soccorritori fanno fatica a farsi strada tra il caos e le macerie per raggiungere le zone piu’ prossime alle esplosioni”. Cosi’ all’agenzia Dire Ilaria Masieri, responsabile programmi in Libano e Palestina per Terre des hommes, a poche ore dalla doppia esplosione che ha scosso la capitale libanese. La ong, che in Libano conta quasi 150 operatori in tutto il paese impegnati in programmi educativi e di protezione minorile rivolti sia ai libanesi che ai profughi siriani e palestinesi, ha a Beirut il suo quartier generale: “I vetri della nostra sede sono saltati sebbene disti circa 10 chilometri dal luogo delle esplosioni” riferisce Masieri, che dall’Italia continua a monitorare la situazione di sicurezza per i colleghi in Libano. Dal Paese arabo giungono racconti di deflagrazioni incredibilmente potenti, continua la referente, dal momento che sono state avvertite “anche in aeroporto”, situato anch’esso a una decina di chilometri dai luoghi delle esplosioni. I cooperanti di Terre des Hommes stanno tutti bene ma “alcuni hanno riportati danni seri all’abitazione. Ci riferiscono inoltre che i feriti sono cosi’ tanti che negli ospedali si stanno dimettendo i casi meno gravi per lasciare il posto alle vittime di questo disastro”. E il clima tra i cooperanti, come riferisce Masieri, e’ di grande “tensione e paura: a Beirut scene simili rimandano subito ai tempi bui della guerra civile e degli attentati”, sebbene al momento non ci siano conferme sulla natura degli incidenti.

GOVERNO PROCLAMA PER DOMANI GIORNATA DI LUTTO NAZIONALE

Il primo ministro del Libano, Hassan Diab, ha proclamato per domani una giornata di lutto nazionale per le vittime della doppia esplosione che si e’ registrata a Beirut nel pomeriggio. Lo riferisce la stampa locale. Nella capitale sono ancora in azione i soccorritori per estrarre le persone dalle macerie e portare via chi e’ rimasto ferito a causa delle due deflagrazioni che hanno colpito il porto e un quartiere centrale della capitale. Il bilancio di morti e feriti non e’ stato ancora reso noto, ma le autorita’ hanno parlato di “un numero molto elevato” di persone coinvolte.

PRESIDENTE AOUN CONVOCA Il CONSIGLIO SUPREMO DELLA DIFESA

Il presidente del Libano, Michel Aoun, ha convocato per stasera il Consiglio supremo della difesa per una riunione di emergenza, per fare il punto sulla doppia esplosione che ha colpito Beirut nel pomeriggio. Cosi’ si legge sul profilo Twitter della presidenza. Sempre in una serie di tweet, Aoun ha fatto sapere di stare seguendo “da vicino l’evoluzione della situazione” e di aver ordinato alle forze di sicurezza di lavorare per rispondere ai danni causati dalle due deflagrazioni, conducendo pattugliamenti nei quartieri colpiti e verifiche in quelli limitrofi. Il capo dello Stato ha quindi fatto appello affinche’ si faccia il possibile per curare i feriti e fornire rifugio agli sfollati.

ISRAELE SMENTISCE VOCI: “NON C’ENTRIAMO CON ESPLOSIONI”

Israele non avrebbe niente a che fare con le esplosioni avvenute nel porto e nel centro di Beirut, che hanno causato centinaia di feriti e diversi morti e di cui si ignorano ancora le cause. A dirlo sarebbero fonti anonime del governo di Tel Aviv rilanciate da diverse testate internazionali, tra le quali il quotidiano libanese ‘The Daily Star’. Il ministro degli Affari esteri israeliano, Gabi Ashkenazi, ha invece detto all’emittente Israeli N12 che le esplosioni sono state probabilmente causate da un incidente dovuto a un incendio. Subito dopo le deflagrazioni hanno iniziato a circolare sui social network voci che ipotizzano la responsabilita’ di Israele per il doppio incidente: almeno un luogo dove si e’ verificata l’esplosione – la piu’ potente delle due – sarebbe secondo alcuni un magazzino di armi in possesso del partito politico e movimento armato di matrice sciita Hezbollah, tradizionale nemico di Israele.

MINISTRO DELL’INTERNO: A”L PORTO ESPLOSIONE PER NITRATO AMMONIO”

Il ministro dell’Interno del Libano, Mohamed Fehmi, ha dichiarato ai giornalisti che una delle due esplosioni verificatesi a Beirut, quella al porto, sarebbe stata causata “dal nitrato di ammonio, immagazzinato in grande quantita’”. Le dichiarazioni confermerebbero le notizie che circolano sui social network circa la formazione di una nube tossica, riconducibile a una sostanza chimica, segnalata dai residenti di Beirut. Anche una testata libanese, Al Mayadeen, riporta di un deposito di sostanze chimiche, in particolare il benzene.

Su Twitter la corrispondente del quotidiano emiratino The National, Joyce Karam, sottolinea che è atteso per questa settimana il verdetto del Tribunale speciale per il Libano istituito dalle Nazioni Unite per far luce sull’omicidio dell’ex primo ministro Rafiq Hariri, il padre di Sa’ad, ucciso in un attentato il 14 febbraio del 2005.

(Video presi da Twitter)

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