VIDEO | Flash mob di Amicar sotto la prefettura di Napoli dopo ripetuti furti

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"In atto un disegno criminale" denuncia Sergio D'Angelo presidente del gruppo Gesco, che gestisce il servizio di car sharing napoletano

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di Flavio Russo

NAPOLI – Si è svolto questa mattina, con una decina di auto che hanno sfilato ripetutamente sotto la Prefettura di Napoli, un flashmob, organizzato da Gesco, il gruppo di imprese sociali che gestisce il servizio di car sharing partenopeo Amicar.
Amicar ha subito nelle ultime settimane danneggiamenti e furti al parco auto (l’ultimo questa domenica) e ha deciso di dar vita alla manifestazione per chiedere maggiore controllo e interesse da parte delle istituzioni.

“A giugno scorso abbiamo promosso e inaugurato questo servizio. La città ha risposto molto positivamente, abbiamo più di 2000 utilizzatori in appena 4 mesi. Tuttavia in questo periodo abbiamo dovuto registrare ben 7 episodi di vandalizzazione delle macchine e negli ultimi 10 giorni abbiamo subito 3 furti”. Così Sergio D’Angelo, presidente del gruppo Gesco, che gestisce il servizio di car sharing napoletano Amicar, che questa mattina ha organizzato il flash mob per sensibilizzare le istituzioni dopo i ripetuti danneggiamenti al parco auto.

“Non ci scoraggiano questi episodi – dice D’Angelo – ma non possiamo fare a meno di denunciarli, la città deve sapere, le istituzioni devono sapere, si devono mobilitare per proteggere un servizio che, per altro, nell’emergenza sanitaria Covid-19 integra il trasporto pubblico che sappiamo essere in grandissima difficoltà. Un servizio – aggiunge il presidente di Gesco – che serve a integrare il trasporto pubblico su gomma e anche sostitutivo dell’uso privato dell’auto e contribuisce a decongestionare traffico e assembramenti”. D’Angelo non crede che gli attacchi contro le vetture di Amicar siano riconducibili a sporadiche bravate: “Gli episodi si sono verificati in vari territori e questo ci lascia ritenere che non si tratta di una banda di criminali che è presente in un quartiere della città ma di un’organizzazione che in maniera sistematica è organizzata per poter perseguire un disegno criminale – conclude – finalizzato al boicottaggio di questo servizio”.

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