VIDEO | Italian Health Policy Brief: “L’emergenza Covid-19 ha fatto emergere i punti deboli del Ssn”

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Il direttore della rivista: "Per post Coronavirus serve investire sulla tecnologia" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – “Possiamo dire che dal 20 febbraio 2020 il nostro Sistema sanitario nazionale ha dimostrato di non essere affatto uno dei migliori al mondo: ci siamo accorti che avevamo tagliato risorse alla salute per metterle altrove; che l’indebitamento che continuiamo ad assommare non e’ servito a fortificare i nostri sistemi di tutela; che la sanita’ e’ pubblica, ma che le strutture private giocano un ruolo fondamentale e dovrebbero essere concepite all’interno del sistema; che lo Stato non e’ in grado di differenziare le proprie decisioni su un territorio profondamente differenziato per sua natura, fosse solo come espressione geografica”. Cosi’ Stefano Del Missier, direttore responsabile di Italian Health Policy Brief (testata edita da Altis-Ops), nel suo numero speciale dedicato alle ‘Sfide del Covid-19: il senno di poi. Il Ssn alla prova del Coronavirus: imparare e ripartire’.

I contenuti della pubblicazione sono stati al centro di una conferenza stampa via web a cui hanno partecipato, oltre all’autore anche, il presidente della Regione Marche, Luca Ceriscioli, e il professor Carlo Signorelli, docente di Igiene e sanita’ pubblica all’Universita’ di Parma e all’Universita’ Vita-Salute San Raffaele di Milano. “Abbiamo utilizzato una frase facilmente memorizzabile per questa nostra riflessione, il ‘senno di poi’– ha proseguito Del Missier durante l’incontro- perche’ il periodo di emergenza da Covid-19 ci ha posto una serie di domande, che dobbiamo assolutamente prendere in carico se desideriamo che il Servizio sanitario nazionale possa uscire rafforzato da questo periodo”.

Ma quali sono le debolezze emerse piu’ preoccupanti?

“Sono soprattutto le ambiguita’ mai risolte che gravano sul sistema sanitario rendendolo indifeso, debole, lento e anche non efficiente- ha fatto sapere Del Missier- viviamo in un scontro continuo tra centro contro periferia alias Stato contro Regioni; continuiamo ad osservare il confronto armato tra politici e tecnici; il dilemma tra ospedale e territorio non e’ stato ancora davvero risolto; la compresenza di pubblico e privato e’ rimasta una contrapposizione e non e’ ancora diventata vera integrazione, cosi’ come una vera cultura aziendale fa fatica a trovare spazi in un contesto che vive da ente pubblico”.

Su questi temi, il governatore Ceriscioli ha osservato che “rispetto all’emergenza Covid, i limiti che si sono visti in termini di risposta hanno interessato la parte territoriale della nostra regione. Mentre gli ospedali, pur non organizzati per una pandemia, hanno avuto capacita’ di adattarsi e modificarsi in tempi reali ed essere cosi’ in grado di fornire tutto il necessario in anticipo rispetto all’avanzata del virus, la parte che piu’ ha fatto fatica e’ stata proprio il territorio. Limiti che pero’ non associo ad un’incapacita’ a livello regionale di organizzare al meglio anche tali servizi, ma piuttosto ad un elemento fondamentale che e’ il sotto finanziamento della sanita’ pubblica italiana”.

LE QUESTIONI SULLE QUALI CONFRONTARSI

In merito alle questioni strategiche su cui avviare il confronto sul futuro, Del Missier ha poi aggiunto: “I temi di maggior confronto sono la definizione di un nuovo patto per la salute, una programmazione di piu’ ampio respiro, una diversa e piu’ qualificata identificazione e selezione delle risorse umane e del management, un piu’ chiaro ed effettivo investimento sull’innovazione tecnologica e sulla trasformazione digitale”.

GLI OBIETTIVI A CUI PUNTARE

E proprio su queste macro-tematiche, Signorelli ha voluto invece sottolineare che “ci sara’ in tutti settori un pre-Covid-19 e un post Covid-19: dai trasporti al turismo, all’istruzione, al lavoro e, a maggior ragione, alla sanita’. Le auspicabili nuove risorse devono essere canalizzate nelle giuste direzioni: il sistema ospedaliero deve essere sempre piu’ flessibile, i manager piu’ smart, il territorio e la prevenzione devono essere parte integrante del sistema, anziani e altre fasce fragili piu’ seguiti, la telemedicina deve decollare; senza dimenticare la grande criticita’ in corso cioe’ quella dell’emergenza medici e altre figure sanitarie”.
Il nostro Servizio sanitario nazionale, in un tempo di grande crisi, ha mostrato insomma “tutti i suoi punti deboli- ha aggiunto infine Del Missier- elencabili come una serie di nodi da sciogliere, ovvero un set di indicatori per la costruzione di una visione nuova e per la sua sostenibilita’. Quanto descritto nella nostra pubblicazione e nel dibattito di oggi ci sembra essere piu’ che mai il set di questioni su cui elaborare con competenza una nuova visione di sistema sanitario di come questo possa funzionare e di come possa ovviamente essere anche sostenibile”.

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