VIDEO | Mamma Lucia continua il suo 41 bis. Il legale: “Non vede il figlio da 7 mesi”

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SPECIALE MAMME CORAGGIO | Intervista all'avvocato Antonio Castellani sul caso di Venezia Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – “Lucia non vede il figlio da diversi mesi, da dicembre-gennaio almeno. Nel frattempo, durante il periodo del Covid, abbiamo chiesto almeno di far sentire telefonicamente in videochiamata il bambino con la madre. La videochiamata non e’ stata autorizzata dal padre, e i Servizi sociali di questa diatriba se ne sono sempre completamente fregati”. A parlare all’agenzia di stampa Dire, a margine del focus group sulla violenza istituzionale organizzato sabato 25 luglio dall’associazione Penta Mariano, e’ l’avvocato Antonio Castellani, legale di mamma Lucia (il nome e’ di fantasia, ndr), che continua a scontare il suo 41 bis” raccontato in una precedente intervista alla redazione di DireDonne.

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“Lucia– ricorda Castellani- e’ una di quelle mamme che, dopo aver subito violenza da parte del compagno durante la vita di coppia, e’ stata successivamente considerata alienante e, quindi, oppositiva nel consentire al minore di accedere alla figura paterna, perche’ chiaramente ha considerato l’ex compagno una persona pericolosa, per se stessa e per suo figlio”.

Fino a pochi mesi fa vedeva Mattia (il nome e’ di fantasia, ndr), il suo bambino, oggi di 11 anni e mezzo, “una volta a settimana con incontri protetti”, perche’ accusata da una Ctu di averlo imbrigliato “in un conflitto di lealta’ configurabile secondo i criteri del Dsm-5 come un disturbo relazionale che gli impedisce l’accesso al padre”. Quello stesso padre che “mi maltrattava”, aveva raccontato Lucia, la quale aveva “denunciato la violenza” dell’ex anche portando “certificati medici”, ma “tutto fu archiviato”. Dopo l’ampliamento del diritto di visita paterno, il Tribunale di Venezia ha quindi deciso di affidare Mattia “in via super esclusiva al padre– ricorda alla Dire il legale- senza approfondire o prendere in considerazione quegli episodi di violenza riferiti dalla madre che erano stati anche oggetto di querele”, poi ritirate dalla donna “per cercare di trovare un punto di incontro con l’ex compagno”. Il provvedimento, impugnato davanti alla Corte d’Appello di Venezia che poi lo ha confermato “nonostante la mancata audizione del minore”, e’ giunto ora in Cassazione: “Secondo noi si tratta di un provvedimento estremamente errato, proprio perche’ si e’ basato sui principi della Pas (sindrome dell’alienazione parentale, ndr) che non hanno attendibilita’ scientifica” e su “relazioni dei Servizi sociali che non hanno fatto altro che avere un rapporto conflittuale con questa madre, senza mai considerare la violenza che la stessa aveva subito”. Anche “gli incontri protetti con la mamma sono andati sempre peggio, perche’ non e’ mai stata fatta una progettualita’”, sottolinea Castellani. Quando Lucia “ha visto che il figlio era in difficolta’ nel sostenere questi incontri- fa sapere il legale- ha deciso, inizialmente di sua spontanea volonta’, di sospenderli. È stata fatta un’istanza al giudice tutelare per chiedere di far predisporre una progettualita’ a questi incontri e di far inserire un coordinatore genitoriale, che potesse mediare nella coppia”. Il padre, riferisce l’avvocato, “si limita a dare notizie basilari sulle sorti del figlio, spesso quasi prendendo in giro e canzonando la madre sui singoli eventi. Ad esempio, le viene riferito che esce da solo in bicicletta con i suoi amici. Questo bimbo puo’ uscire dove vive in bicicletta da solo, ma non puo’ vedere la madre: e’ un’assurdita’”.

In programma ci sono “nuovi interventi presso l’autorita’ giudiziaria- chiarisce Castellani- perche’ il giudice tutelare non ha fatto nessun provvedimento, se non quello di imporre di nuovo alla madre di intraprendere un ulteriore percorso di sostegno psicologico, dopo che ne ha fatti di tutti i colori presso la Asl e il centro antiviolenza. Per capire cosa?”. Lucia, infatti, “anche su mia sollecitazione e’ andata al Centro di Salute Mentale”, dopo che “un colloquio durato mezz’ora un gruppo di lavoro di psichiatri infantili fini’ per dire che la mamma aveva degli scompensi paranoidi. Questa cosa e’ stata contestata alla madre in tutte le salse dal Ctu, dai colleghi avversari”. Ma dal percorso al Csm, “dai test di personalita’ e’ uscito fuori che e’ la persona piu’ serena del mondo. Anzi- conclude l’avvocato- e’ emerso che nella sua personalita’ e’ particolarmente portata al rispetto delle regole. Ma di questo non e’ fregato nulla a nessuno”. E Lucia non vede il figlio da sette mesi.

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