VIDEO | Mattia canta ‘Fabri Fibra’ e Giorgio pensa agli amici: oggi è la Giornata mondiale dell’autismo
- Rachele Bombace
- 02/04/2020
- Sanità, Welfare
- r.bombace@agenziadire.com
Anche i ragazzi autistici sono in quarantena come tutti. Ecco il racconto di alcune esperienza nella Giornata mondiale dell'autismo Condividi su facebook Condividi su twitter Condividi su whatsapp Condividi su email Condividi su print
ROMA – Mattia inaugura la giornata mondiale per la consapevolezza sull’autismo cantando ‘Stavo pensando a te’ di Fabri Fibra. Mattia è un ragazzo con autismo e canta tutti i giorni in questo periodo di quarantena, che sta trascorrendo a Roma. Oggi lo fa interpretando a suo modo le parole del testo scritto dal noto rapper italiano. Così lungo tutti i quattro minuti alterna sorrisi e momenti di grande serietà e impegno.
“In questo momento particolare- racconta alla Dire il padre Marco Gentili, socio fondatore dell’associazione di genitori di adolescenti con autismo ‘Divento Grande’ Onlus- oltre a studiare la mattina e a video-collegarci con i professori online il pomeriggio, trascorriamo il nostro tempo canticchiando. Non ci scordiamo che il 2 aprile è la giornata mondiale dell’autismo– conclude- non ci dobbiamo dimenticare di questi ragazzi”.
LA QUARANTENA DI GIORGIO: MI MANCANO ACCADEMIA, AMICI, SPORT
“Mi mancano l’Accademia di Belle Arti di via di Ripetta a Roma, uscire con gli amici, le attività che faccio con l’Opus Dei, il rugby che ho iniziato da poco e la palestra”. Parla alla Dire Giorgio Bianca, un ragazzo con disturbi dello spettro autistico che ci racconta la sua esperienza in quarantena.
Il papà, Toi Bianca, portavoce dell’associazione di genitori di ragazzi autistici ‘Divento Grande Onlus’, si unisce al videomessaggio del figlio, in occasione della Giornata per la consapevolezza sull’autismo: “Oggi la sindrome è di moda. Se ne parla sempre, ma non per questo le famiglie di ragazzi autistici – sia quelli con un disturbo più severo, che coloro che sono ad alto funzionamento – non hanno l’aiuto di cui avrebbero bisogno, soprattutto quando si sconfina nella maggiore età: dopo i 18 anni”.
Il vero problema, secondo il papà, è il ‘durante noi‘. In aggiunta al fatto che “il ‘dopo di noi’ è solo un bel modo di dire, ma non esiste. C’è un vuoto clamoroso nella mancanza di iniziative per inserire questi ragazzi nel mondo del lavoro”, conclude Bianca.
IL PAPÀ: CON ‘SPORTELLO SKYPE’ FACCIAMO INCONTRARE RAGAZZI
Uno ‘sportello skype’ per entrare nelle case dove i ragazzi affetti da autismo vivono in quarantena, a causa delle restrizioni dovute alla diffusione del coronavirus. Questa è l’iniziativa promossa dalla Onlus ‘L’emozione non ha voce’, in occasione della Giornata mondiale dell’autismo, grazie alla fantasia e all’impegno di due psicologhe e un assistente disabili che, per almeno tre ore, si collegano dal lunedì al venerdì con i ragazzi del progetto “Autistici in azione”. Lo racconta alla Dire Corrado Sessa, presidente della Onlus. Questo progetto che, in tempi normali, impegna i ragazzi, durante la settimana nella sede romana dell’associazione a Villa Glori, in una serra a Monte Ciocci e alla cooperativa sociale agricola Giuseppe Garibaldi.
“La necessità di aiutare i ragazzi a non chiudersi nel loro mondo, impigrirsi e regredire con l’aumento di comportamenti ripetitivi o ossessivi, causati dal rimanere chiusi in casa, ha spinto le psicologhe Laura Traina e Simona Milo e l’assistente Alessandro Tulli, che fanno parte dello staff della Onlus, ad inventarsi un modo che consente ai ragazzi di comunicare tra loro guardandosi sul video di un computer- spiega Sessa- oltre ad entrare in relazione con i loro operatori. In genere lo sportello Skype coinvolge fino a sette ragazzi e ragazze che si salutano tra loro e spezzano così il loro isolamento“.
Le attività dello sportello si dividono in due momenti: un primo tempo di esercizi di ginnastica e di rilassamento da fare tutti insieme, seguendo un operatore, e in un secondo tempo con attività di stimolazione cognitiva. La stimolazione cognitiva prevede, per esempio, un filmato e la risposta ad una serie di domande su cosa hanno visto. Sono statti proiettati filmati di animali e poi è stato chiesto ai ragazzi di descriverne la specie, il numero ecc e fare anche alcuni collegamenti. All’inizio della settimana vengono fornite alle famiglie, tramite email, materiale con dei quesiti da utilizzare quando skype è in funzione.
“I ragazzi- dice Traina- reagiscono bene e abbiamo un ottimo riscontro. La cosa più bella è che, appena creato il collegamento, si salutano tra loro e interagiscono contenti di rivedere i loro compagni di avventura”. Inoltre, lo sportello skype è anche uno spazio di ascolto per i genitori, un luogo di scambio di sensazioni, suggerimenti e preoccupazioni. “La creazione di questo spazio virtuale di comunicazione risulta un arma vincente contro l’isolamento e aiuta i soggetti fragili a non soccombere di fronte ad una pandemia che ha sconvolto le nostre vite- conclude Sessa- fino al punto che sappiano che nulla sarà come prima”.
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