VIDEO | Morte Dalla Torre, il ricordo dell’ambasciatore Ronca: “Ha rasserenato le relazioni”

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Il suo principale lascito? "L'avvio della riforma della Costituzione dell'Ordine di Malta" Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print

ROMA – “Fra’ Giacomo Dalla Torre è arrivato in un momento difficile per l’Ordine, di transizione. Durante il suo mandato, ha avviato la riforma della nostra Costituzione, indispensabile per adeguarci al contesto attuale. Un lavoro che è ancora in corso. Ma Dalla Torre lo ha affrontato con grande capacità d’ascolto, accogliendo le proposte e le idee di tutti, e la serenità e l’armonia che ha saputo creare rappresentano l’eredità più preziosa che ci lascia”. Questo il ricordo che Stefano Ronca, ambasciatore del Sovrano Ordine di Malta in Italia, condivide con l’agenzia Dire a proposito di fra’ Giacomo Dalla Torre del Tempio di Sanguinetto, l’ottantesimo Principe e Gran Maestro dell’Ordine, che si è spento nella notte tra il 28 e il 29 aprile per una grave malattia.

Dopo mesi segnati da incomprensioni tra la Santa Sede e il Gran Magistero, l’elezione di Dalla Torre il 2 maggio del 2018 alla più alta carica dell’Ordine era stata seguita da un “rapporto profondamente armonioso” con Papa Francesco, “che intuì subito la semplicità e la bonta d’animo di fra’ Giacomo, la sua innata capacità di restare se stesso in ogni occasione”.

“Magnifiche” secondo Ronca anche le relazioni con l’Italia, come dimostrano i cordiali messaggi di cordoglio inviati dal presidente Sergio Mattarella e dal primo ministro Giuseppe Conte.

Nei 23 mesi alla guida dell’Ordine, pur restando sempre “fra’ Giacomo” per tutti, il Gran Maestro secondo Ronca “ha dato incredibile impulso alle relazioni internazionali, che ora contano 110 Paesi nel mondo”. L’ambasciatore evidenzia, tra tutte, l’apertura del canale diplomatico con la Germania, Paese chiave in Europa. Inoltre Dalla Torre, secondo Ronca, “ha accresciuto la diplomazia umanitaria, sempre attento ai bisogni dei più vulnerabili”.

Uno degli aspetti più importanti dell’operato di Dalla Torre resterebbe comunque la riforma della Costituzione. “Ha saputo gettare delle basi concrete attraverso una consultazione ampia all’interno dell’ordine stesso” ricorda Ronca. “Ha tenuto un atteggiamento molto democratico, accogliendo da più parti suggerimenti e idee”.

Secondo il diplomatico, il Gran Maestro “era sempre disponibile a risolvere i problemi in modo costruttivo, spingendo i propri collaboratori a fare altrettanto”. Il tutto con grande senso di empatia: “Era nel suo carattere preoccuparsi per tutti. Si scusava qualora sentiva di non aver prestato sufficientemente attenzione a qualcuno, a prescindere da chi fosse l’interlocutore”.

Ronca, ricoprendo anche la carica di segretario generale agli Affari esteri dell’Ordine, ha avuto “il privilegio di assistere il Gran Maestro nei suoi viaggi”. Ancora il ricordo dell’ambasciatore: “Riusciva a comunicare gentilezza e conquistare fiducia anche senza le parole. Insomma per descriverlo torna utile ciò che scrisse San Paolo nell’epistola a Tito: ‘Omnia munda mundis’, tutto è puro per i puri“.

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