VIDEO | Nel mare il Covid non c’è: Ogs e Università di Trieste hanno fatto i tamponi
I ricercatori dell'Istituto nazionale di Oceanografia e geofisica sperimentale (Ogs) e dell'Università di Trieste hanno analizzato i campioni prelevati in cinque località Share on facebook Share on twitter Share on whatsapp Share on email Share on print
TRIESTE – Lignano (Udine) Grado-Marano, Barcola e Filtri-Aurisina a Trieste, e il centro del Golfo di Trieste. Sono in cinque punti in cui sono stati prelevati i campioni di mare per essere analizzate alla ricerca di eventuale presenza di coronavirus. La buona notizia, a beneficio dei bagnanti delle frequentatissime spiagge testate e di tutto il settore turistico del Friuli Venezia Giulia, è che nel mare non c’è traccia di Sars-Cov-2. E’ quanto fanno sapere i ricercatori dell’Istituto nazionale di Oceanografia e geofisica sperimentale (Ogs) e dell’Università di Trieste (Dipartimento scienze della vita) che dal 27 maggio al 22 giugno hanno campionato il mare delle 5 località.
“Considerati i pazienti e i positivi asintomatici- spiega Francesca Malfatti, docente di Microbiologia ambientale all’Università di Trieste- c’è la certezza che il virus arrivato nell’apparato intestinale, venga poi scaricato con le feci nell’ambiente. Quindi dalle acque reflue che passeranno i processi di sanificazione che poi rilasceranno le acque così trattate nel mare”.
I ricercatori hanno prelevato campioni di due litri di acqua di mare, spiega Malfatti, li hanno concentrati e da questi poi hanno estratto l’acido nucleico (Rna) “che governa tutte le attività che il virus fa per attaccare le cellule bersaglio”. L’Rna è stato poi “retrotrascritto” in Dna, e i ricercatori sono andati a quantificare i geni specifici per il virus Sars-Cov-2.
Per cui Ogs e Università di Trieste, conclude Malfatti, “hanno cercato di rispondere alla domanda, vista la situazione corrente dal 27 maggio in poi, ‘riusciamo a trovare l’Rna virale nel mare?’, e per adesso in queste cinque stazioni che abbiamo campionato la risposta è ‘no'”. Questa prima risposta certa era urgente per tranquillizzare i cittadini che vanno in spiaggia, aggiunge il direttore della sezione di Oceanografia dell’Ogs, Cosimo Solidoro.
Gli obiettivi successivi sono la ricerca del coronavirus nelle acque reflue prima dello sversamento in mare, e dell’eventuale capacità di dispersione dello stesso virus in aerosol. L’analisi in laboratorio del comportamento del coronavirus in acqua marina invece non può essere fatta, non disponendo né l’Ogs, né l’Università di Trieste, conclude Solidoro, dei certificati di sicurezza per i laboratori di categoria 3, quelli adibiti al maneggio di virus pericolosi.
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