VIDEO | Ti chiami Consolato Mammì? Lascia perdere la Valtellina…
- Redazione
- 28/07/2020
- Lombardia, Politica
- redazioneweb@agenziadire.com
di Nicola Mente e Marco Sacchetti
MILANO – “Uno che si chiama Mammi’… Consolato” come puo’ occuparsi di Valtellina? Era uno dei tanti emendamenti proposti dall’opposizione all’assestamento di bilancio della Lombardia. Destinato a essere bocciato, come poi e’ stato, con la benevola astensione del Pd a indebolire l’alleato. Ma questa e’ un’altra storia. Quell’ordine del giorno di Dario Violi, bergamasco M5s, che voleva solo dare qualche soldino all’ospedale di Sondalo, in Valtellina appunto, e’ diventato il terreno di una durissima battaglia politica tra M5s e Lega. Con il calabrese d’origine che vuole le scuse dalla valtellinese. Nel nome della lotta alla discriminazione territoriale.
I protagonisti intanto. Da una parte Consolato Gregorio Mammi’, nato il 18 settembre 1986 a Reggio Calabria. Fiero delle sue origini ma vissuto “sempre in Lombardia dove- sottolinea- sono stato eletto e rappresento i cittadini di tutta la regione”. Dall’altra Simona Pedrazzi, nativa di Chiesa Valmalenco (Sondrio), l’autrice della non richiesta ricerca araldico-geografica su ‘Consolato’ Mammi’, che di solito predilige farsi chiamare col secondo nome, Gregorio. Mammi’ chiede la parola dopo l’affondo di Pedrazzi, sulle prime non pare arrabbiato, resta al merito dell’ordine del giorno. Poi ci ripensa, e a margine dell’aula cambia passo: questo attacco- dice- mostra “il vero volto della Lega“. In pratica, “si travestono da nazionalisti ma in realta’ pensano ancora alla secessione Lombarda, in questo caso alla secessione territoriale”. Pedrazzi “poteva risparmiarsi un’uscita offensiva e discriminatoria per milioni di italiani”. Salvini e i suoi che “chiedono voti al sud sono falsi come un Giuda qualsiasi”.
La leghista Pedrazzi richiede la parola. Prova a limare, spiegando come quello grillino sia “un provvedimento che non puo’ di certo sistemare o risolvere la situazione, tanto piu’ che e’ stato presentato da consiglieri che non conoscono le problematiche sanitarie del nostro territorio. Non e’ necessario, come qualcuno ha voluto insinuare, avere un passaporto della Valtellina per parlare dell’ospedale Morelli di Sondalo– specifica la leghista- ma basta semplicemente avere buon senso“. Sia come sia al povero ospedale di Sondalo, piu’ volte elogiato durante l’emergenza Covid come modello di sanita’ territoriale, alla fine non ha pensato nessuno. Ne’ la maggioranza (in questi casi di solito dalla giunta si fa sapere che mancano le coperture, e sarebbe stata la seconda volta che l’aula lombarda avrebbe sollecitato i fondi); ne’ l’opposizione: testo bocciato con 29 voti favorevoli e 34 contrari. Otto gli astenuti che nell’urna non hanno appoggiato l’ospedale: oltre a Viviana Beccalossi del misto, sette consiglieri Pd: Gianni Girelli, Matteo Piloni, il capogruppo Fabio Pizzul, Gigi Ponti, Raffaele Straniero, Angelo Orsenigo e Samuele Astuti.
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