Zingaretti guardiano del faro Pd, ieri Conte oggi fulmina Spadafora

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L'editoriale del direttore Nico Perrone per Direoggi

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ROMA – Giù le mani, meglio, basta criticare le proposte e gli esponenti del Pd. Ieri era toccato al premier Giuseppe Conte, che aveva liquidato con una battuta il ricorso al Mes, il prestito di 36-37 miliardi di euro per la nostra sanità, beccarsi la dura critica del segretario Dem. E infatti, capita l’aria, Conte ha risolto la tensione con una serie di telefonate e convocando il chiarimento tra le forze di maggioranza ai primi di novembre, subito dopo gli Stati generali del M5S. Oggi la bacchettata di Nicola Zingaretti è arrivata sulle mani del ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora, che parlando della situazione sanitaria in Campania ha attaccato il presidente Enzo De Luca del Pd con parole molto dure: “In Campania non sta reggendo il sistema sanitario e dei trasporti. Il sistema De Luca ha fallito, mi sembra evidente. Sono molto preoccupato per i numeri del contagio nella regione”. Un paio d’ore ed è arrivata la secca replica del leader Dem: “Spadafora pensi allo sport e non dia pagelle ai presidenti di Regione. Non ne ha titolo. I ministri del Governo in questo momento dovrebbero lavorare per la coesione e l’unita’ del Paese e non perdersi in stupide e provocatorie polemiche”. Commento molto pesante, che ancora una volta mette in luce la forte tensione tra Pd e M5S, che un esponente Dem spiega così: “Il M5S deve piantarla, hanno rotto le scatole. Il Governo sta in piedi grazie al Pd, prima forza della coalizione, stiamo portando l’acqua con le orecchie per tenere su Conte e indicare la strada da seguire e questi ci attaccano un giorno sì e l’altro pure. Devono finirla, pensassero a governare, a fare bene le cose che devono fare”.

Queste critiche ai Dem fanno parte di un ‘piano’ studiato a tavolino? “No, solo perché sono delle pippe” tradotto: degli incapaci. Da parte del M5S si rispedisce al mittente. “Non è che De Luca può fare sempre il fenomeno, parlare di ogni cosa e dire tutte le cavolate che vuole e diventare incriticabile. Eh no, lui può pure sparare sulla festa di Halloween ma poi chiude la Campania per i troppi contagi. Vero o no che la situazione è fuori controllo?”.

Altro tema al centro del confronto-scontro politico, la candidatura di Carlo Calenda a sindaco di Roma. Tra i Dem sono molti quelli che non lo vogliono e che lo attaccano. Lui procede spedito e presto comincerà a girare per i quartieri di Roma, a partire dalle periferie. Agli attacchi arrivati dalle sponde Dem oggi ha risposto Luciano Nobili, di Italia Viva e uomo forte di Renzi a Roma: “La reazione del Pd mi ha fatto impressione… Ho visto una serie di dichiarazioni di vario genere che lo attaccano per la sola ipotesi che Calenda osi candidarsi a sindaco. Forse piu’ dichiarazioni di esponenti del Pd contro Calenda in 48 ore che in cinque anni contro la sindaca Raggi” ha detto Nobili. Anche per Massimiliano Smeriglio, eurodeputato indipendente del Pd e ideatore del soggetto civico di sinistra “Liberare Roma”, bisogna “stare attenti alla rissa e difendere un patrimonio comune… gli avversari sono la Raggi e la destra che è radicata sul territorio. Non bisogna scambiare i vecchi-nuovi compagni di viaggio per nemici ma provare a capire le ragioni del dialogo”. Perché anche Carlo Calenda fa parte di quel ‘patrimonio comune’ del centrosinistra da difendere.

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